Avventure tolkieniane di due Rohirrim tra Oxford e Londra

Il nostro viaggio ha avuto inizio in una mattina piovigginosa di fine estate, con un treno che parte dalla stazione di Paddington lasciandosi alle spalle la grande metropoli di Londra per immergersi nella campagna inglese verso la cittadina di Oxford.
Una volta messo piede all’interno della Bodleian Library, prestigiosa location della mostra Tolkien, Maker of Middle Earth, fin dai primi passi nel corridoio esterno ci è sembrato di essere catapultati direttamente nella Terra di Mezzo: le mappe disegnate dal Professore che si snodavano sotto i nostri piedi, la porta di Moria scintillava sul muro di fronte a noi.
Finalmente poi abbiamo avuto accesso alla mostra vera e propria: un’unica stanza ma decisamente spaziosa e piena degli oggetti più disparati e affascinanti, da cui trasparivano gli aspetti più diversi della vita e dell’opera del nostro autore preferito.

Abbiamo potuto constatare come la storia dell’incipit de Lo Hobbit scarabocchiato sul foglio di un esame sia decisamente tipica di un personaggio come Tolkien, che quando cadeva preda dell’ispirazione creativa scriveva e disegnava su qualsiasi pezzo di carta avesse a portata, fosse anche la pagina delle parole crociate di un giornale (ne sono esposti alcuni esempi decorati in modo davvero notevole). Abbiamo ammirato le Lettere di Babbo Natale originali e le pagine riprodotte del Libro di Mazarbul (sfortunatamente non incluse nella Compagnia dell’Anello per motivi economici), le prove di copertina, le mappe dettagliatissime e le tabelle cronologiche redatte per non creare cortocircuiti tra le varie sottotrame dei libri. Abbiamo scrutato pagine di appunti fittissimi di strati e strati di correzioni, scoprendo che Barbalbero in origine doveva essere un malvagio doppiogiochista, che il titolo (fortunatamente provvisorio) del “sequel de Lo Hobbit” doveva essere L’anello magico), e che Re Aragorn avrebbe dovuto inviare una lettera al Sindaco Sam Gamgee nell’epilogo del Ritorno del Re. A proposito di Sam Gamgee, in mezzo a lettere di appassionati ed ammiratori illustri tra cui Terry Pratchett, la regina Margherita di Danimarca e la figlia del presidente americano Lynda Johnson, la teca dedicata alla corrispondenza riportava anche il messaggio di un anziano gentiluomo inglese che si informava incuriosito sull’origine di questo nome, dato che si trattava anche del suo.

E poi la scrivania personale, con i suoi occhiali, la sedia e le pipe di legno, gli audio delle letture in elfico, le ricostruzioni multimediali del viaggio dei vari membri della Compagnia, il quiz interattivo (in cui da bravi nerd non abbiamo sbagliato nessuna domanda), i riscontri degli editori, tra cui quello che respingeva le bozze de Il Silmarillion per chiedere invece un seguito al racconto di Bilbo… una lettera che Tolkien non avrà apprezzato e che col senno di poi si è rivelata poco saggia ma senza la quale forse non avremmo potuto vivere le avventure di Frodo & Co.

Abbiamo trascorso due ore di pura ed entusiasta immersione nel mondo, nella vita e nel processo creativo di Tolkien. Dalle foto di famiglia e le letterine d’infanzia alle edizioni dei libri nelle lingue più diverse (russo, giapponese, ebraico… e la nostra storica Rusconi), dagli oggetti scolastici alle spille “Frodo Lives”, dai documenti di guerra ai pastelli colorati per schizzi, tutto parlava della vita semplice ma straordinaria di un uomo insopprimibilmente creativo che ha riversato la sua genialità in un mondo sfaccettato e complesso che è diventato un po’ una seconda casa per milioni di fan come noi, un “porto grigio” verso cui tutti amiamo salpare di tanto in tanto, per ritrovare vecchi amici ed assaporare atmosfere che continuano a farci sognare.

Dopo la mostra, abbiamo fatto tappa al Wolvercote Cemetery, dove il Professore riposa assieme alla sua Lùthien, l’amatissima moglie Edith. Una tomba molto semplice di pietra grigio chiaro, un po’ selvatica, rinverdita da un ciuffo di rosmarino profumato e alcuni boccioli di rose gialle. Una tomba apparentemente anonima e simile (troppo simile!) a tante altre in un grande cimitero, ma ad uno sguardo attento il passaggio di altri appassionati non passa inosservato: qualche biglietto, un cavallo di Rohan tra i ciottoli, un piccolo drago di metallo arrampicato tra le rose.

L’ultima tappa della nostra giornata a tema Tolkien prevedeva la cena al pub Eagle & Child, in piena tradizione Inkling (sinceramente, consigliamo di recarcisi più per un semplice Tolkien toast che per un vero e proprio pasto, a meno che non abbiate a disposizione un’ora abbondante per farvi arrivare le ordinazioni). Il pub è stato teatro del primo dei nostri “incontri inaspettati”: avevamo già avuto modo di constatare che, soprattutto nel Regno Unito, noi italiani siamo davvero dappertutto… ma è stata davvero una fortunata coincidenza quella che ci ha portato nello stesso giorno e alla stessa ora nel pub preferito di Tolkien assieme a Davide Perino, voce italiana di Frodo Baggins e di altri personaggi amati dagli estimatori di fantasy (tra cui Newt Scamander della saga Animali Fantastici e dove trovarli). Abbiamo scambiato qualche chiacchiera da tolkieniani incalliti e celebrato l’incontro con una foto: ringraziamo di cuore Davide per la sua simpatia e affabilità!

Il giorno successivo, giovedì 30 agosto, era la data ufficiale del rilascio del nuovo libro postumo The Fall of Gondolin. Presso la libreria Waterstones di Piccadilly, verso sera, si sarebbe tenuta la presentazione del libro con la presenza dell’illustratore, il bravissimo Alan Lee. Al nostro arrivo a Londra, eravamo andati immediatamente ad informarci in proposito, ma lo staff della libreria ci aveva comunicato che l’accesso all’evento prevedeva l’acquisto di un biglietto, ovviamente sold out. Abbiamo provato ugualmente a recarci presso la libreria e… magia! Un altro libraio ci ha proposto di entrare a prezzo ridotto se eravamo disposti a restare in piedi. Domanda ovviamente inutile. Abbiamo così potuto assistere all’intervento di uno dei più grandi artisti del settore, che ci ha presentato il suo lavoro per vari testi, per i libri di Tolkien, i film di Peter Jackson e ovviamente l’ultimo libro in uscita quel giorno. Abbiamo potuto farci firmare una copia del volume e immortalare anche quest’incontro con una foto, scambiando due parole anche con Alan che si è rivelato a sua volta gentilissimo e molto disponibile.

Insomma, il nostro viaggio a tema Tolkien si è rivelato ancora più tolkieniano del previsto, e ne siamo stati felici ed emozionati come bambini con in mano una lettera da parte di Babbo Natale. Se avete occasione di recarvi ad Oxford, la mostra prosegue fino al 28 ottobre ed è gratuita (a parte una sterlina per la prenotazione). Inutile dire che ve la consigliamo con ogni fibra del nostro cuore, quel cuore che in parte abita tra le verdi colline della Contea, negli atri scintillanti delle città degli Uomini, nelle profonde viscere delle caverne naniche e tra i rami sinuosi degli alberi nei reami degli Elfi.

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