Relatrice

Sarah Zama

 

Quando Tolkien decise di creare una mitologia per il suo popolo, lo fece attingendo a ciò che più amava e conosceva meglio: la storia e la cultura del Nord Europa, alla quale anche la sua nazione, la Gran Bretagna, apparteneva.

Le fonti alla base della creazione della Terra di Mezzo appartengono perciò al Medioevo europeo nel nord, specialmente alla tradizione Ugro-Finnica e Islandese, culture particolarmente ricche di saghe e storie provenienti da un passato molto remoto. Queste storie, che per Tolkien erano materia di studio oltreché di interesse e piacere personale, improntarono di sé tutta la creazione tolkienina.

Le principali fonti, quelle più definite da un punto di vista sia storico che stilistico, sono l’Edda, Il Beowulf e il Kalevala.

 

L’Edda

Esistono due opere che noi oggi chiamiamo Edda: l’Edda Poetica, la più antica, e L’Edda di Snorri Sturluson.

L’Edda Poetica è una raccolta delle più popolari leggende e storie mitiche dell’Islanda e non ha un vero e proprio autore, sebbene vi siano ipotesi (totalmente incontrollabili) che il suo autore possa essere Seamund. È un’opera composita, che raccoglie materiale certamente antecedente (a volte notevolmente antecedente) alla sua compilazione (che si pensa avvenuta fra il X e il XIII secolo)  e forse veniva utilizzata per imparare questo genere di saghe.
L’Edda di Snorri (composta verosimilmente fra il 1220 e il 1230) è invece una compilazione dell’autore e un’opera letteraria strutturata come tale, già nelle intenzioni concepita come una specie di manuale per lo scaldo, che dall’Edda avrebbe imparato non solo la tecnica per raccontare questo tipo di storie, ma la materia stessa, le storie vere e proprie.
Snorri compì in realtà un lavoro più profondo, perché, benché certamente basato sull’Edda Poetica e il suo materiale, la sua Edda è un’opera stilisticamente riconducibile a lui, è cioè non una mera compilazione, ma un’opera d’autore. Tuttavia molte sue parti sono chiaramente derivanti da storie più antiche e alcuni passaggi sono riportati dall’Edda Poetica stessa.

Non c’è in realtà consenso su cosa la parole edda significhi.
Si specula che possa derivare dalla norreno ódhr, cioè poesia (che è anche la radice del nome Odino), ma c’è chi sostiene che possa derivare dall’antico nome di Oddi, che fu una importante sede di studi nel Medioevo. Potrebbe quindi significare ‘opera pensata secondo la scuola di Oddi’. In ogni caso pare abbastanza probabile che Edda non sia un nome proprio (per esempio nel caso di Snorri) ma piuttosto un nome generico per quel tipo di composizione.

 

I Nani di Tolkien

L’influenza dell’Edda sulla creazione tolkieniana è piuttosto evidente. A volte si manifesta in forma macroscopica: l’Anello dei Nibelunghi, la Conta dagli Aesir, L’uccisione del drago Fafnr ad opera di Sigfried. Altre volte in forma più sottile: la sacralità del gioco degli enigmi come forma di magia, il rapporto di sincretismo fra il paganesimo e il cristianesimo nella cultura e quindi nella letteratura Islandese.
Qui vorrei accennare all’influenza sia macroscopica che più sottile che l’Edda ebbe su una particolare creazione tolkieniana: i Nani.

Dwarves (Alan Lee)

I Nani di Tolkien furono creati in certo modo come un atto di ribellione da Aulë, uno dei Valar, di nascosto da Eru Illúvatar, che aveva promesso la venuta di un popolo che i Valar avrebbero potuto amare. Ma Eru non disse quando questo popolo (gli Elfi) si sarebbe manifestato e Aulë, ansioso di avere qualcuno da amare e a cui insegnare la propria arte, creò sette Nani come un artigiano crea la sua opera: con la materia e il lavoro delle sue mani. Ma egli infuse anche il suo amore e la sua passione nella sua opera, ed Eru, quando infine scoprì la ribellione, riconobbe che i Nani avevano ricevuto la vita da Aulë e li accettò come figli adottivi.
In certo modo, c’è un eco nell’Edda di questa storia di creazione, in quando i Nani della tradizione Islandese furono creati dalla materia: il corpo morto del gigante Ymir, da cui venne anche creato il mondo.

I Padri dei Nani vennero poi addormentati fino alla venuta degli Elfi. Di questi sette Nani, solo uno è conosciuto per nome, Durin, che fu il capostipite di una potente e importante stirpe. Addirittura nelle Appendici al Signore degli Anelli si fa cenno alle credenza dei Nani che i sette Durin che attraversarono la storia di quella casata fossero in realtà la reincarnazione della stessa persona.
Quasi tutti i Nani di Tolkien derivano il loro nome dall’Edda, e più precisamente dalla Völuspà, un poema così antico che nessuno sa di preciso quanto antico sia, la prima e più importante saga dell’Edda Poetica. Qui viene raccontata la nascita del mondo e viene prefigurata la sua fine. Al tempo della creazione del mondo e delle genti, Durinn era il secondo della sua stirpe, ma fu lui a comandare la creazione dei Nani, che vennero forgiati secondo il suo desiderio e divennero un popolo rinomato per la sua abilità nell’artigianato, in particolare nella lavorazione dei metalli.

I più famosi dei Nani della Terra di Mezzo sono però i tredici compagni di Bilbo lo Hobbit nella sua avventura verso la Montagna Solitaria. I loro nomi sono: Dwalin, Balin, Fili, Kili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur e Thorin.
Nella lista dei Nani che vennero creati secondo il volere di Durinn troviamo nove di questi nomi nella forma: Dvalinn, Fili, Kili, Nori, Gloi, Bivorr, Bavorr, Bomburr e Thorinn. Dei restanti, Ori e Dori compaiono nella Fjorlsvidr Saga e Oinn nella Siguordr Saga.
Gimli compare come il nome di un luogo.

 

Gandalf

Gandalf the Grey by D17rulez (DeviantArt)

Nell’elenco dei primi Nani compare anche Gandalfr, che nell’immaginario tolkieniano divenne poi uno stregone.
Del resto Gandalfr è nome particolarmente adatto a chi usa la magia, in quanto può essere tradotto come l’elfo magico o anche l’elfo con il lungo bastone. Gand può infatti indicare il bastone che si pensava venisse utilizzato come una bacchetta magica da coloro che avevano quel dono, ma poteva altresì indicare anche una particolare branchia della magia.

Per certi aspetti si può anche dire che Gandalf sia una reinvenzione di Odino, il dio norreno della saggezza, della magia e della poesia. Odino usava infatti viaggiare per il mondo sotto varie guise, a volte come un vecchio, e Gandalf è addirittura conosciuto da molti popoli della Terra di Mezzo come il Grigio Pellegrino.
Inoltre sia Gandalf che Odino subiscono una trasformazione di conoscenza e potenza che passa attraverso la morte. Odino s’impiccò per tre giorni a Yaggdrasil, l’albero della conoscenza e si risvegliò poi più saggio e lungimirante. Gandalf cadde lottando contro il Balrog di Moria, ma tornò poi nella Terra di Mezzo nelle sembianze di Gandalf il Bianco.

 

Queste sono solo alcune, superficiali intuizioni di come l’Edda abbia influenzato la creazione della Terra di Mezzo, che davvero deve molto a queste leggende del profondo Nord.

Sarah Zama

Fondatrice dell'Associazione Culturale Rohirrim. Appassionata di fantasy e storia da sempre. Lettrice e scrittrice di fantasy, è appassionata di Tolkien e della sua opera da molto tempo prima della trilogia di film.

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